ETTORE FRANI
Nasce a Termoli (CB) nel 1978. Vive e lavora a Lido di Ostia Roma. Nel 2002 si diploma in Pittura presso l’ Accademia di Belle Arti di Urbino. Nel 2007 consegue la specializzazione in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2010 vince il Premio Artivisive San Fedele “Il segreto dello sguardo” ed è finalista al LXI Premio Michetti. Nel 2011, in occasione di Limen, personale presso la Galleria L’Ariete di Bologna, esce la sua prima monografia Vanillaedizioni con testi di Massimo Recalcati e Stefano Castelli. Nello stesso anno è selezionato da Vittorio Sgarbi per l’Evento Speciale del Padiglione Italia Lo Stato dell’Arte|Padiglione Accademie alla 54^ Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, è invitato a Giorni Felici a Casa Testori 2011 e vince la 1^ edizione del Premio Ciaccio Broker per la Giovane Pittura Italiana. Nel 2012 è invitato al MAR di Ravenna per l’evento Critica in Arte e vince il Premio Opera CGIL-Le vie dell’acqua. Nel 2013 realizza la personale Attrazione Celeste esposta a Casa Raffaello/Bottega Giovanni Santi in Urbino poi ampliata al Museo L’Arca di Teramo ed è invitato a Grizzana Morandi per la mostra Un’Etica per la Natura. Nel 2014 è al Museo Nazionale di Ravenna con la personale Respiri. Nel 2015 prende parte al progetto internazionale Macrocosmi Ordnungen anderer Art Berlin<>Bologna presso lo Spazio Arte CUBO a Bologna e Altes Postfuhramt West a Berlino, realizza la doppia personale Composizioni, Ettore Frani e Lorenzo Cardi presso il Complesso Monumentale di Santa Maria della Vita a Bologna ed è finalista al 16° Premio Cairo. Nella prima parte del 2017 realizza due mostre personali a Milano: Ricucire il cielo presso la Nuova Galleria Morone e L’ombra e la grazia per lo Spazio Aperto San Fedele. In occasione delle celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico Diocesiano la Raccolta Giacomo Lercaro di Bologna ha presentato il trittico In memoria di me, opera realizzata su commissione del Museo stesso. In seguito al Premio ARTEAM 2017 collabora con la Galleria Nobili alla bipersonale “La misura dell’inespresso” in dialogo con l’opera di Yamamoto Masao.